Gilbert Rohde
( New York, 1894-1944 )
" M. Rohde è, in un certo senso, un centrocampista – scriveva nel 1935 un critico nel definire il ruolo di questo designer all’ interno del movimento moderno americano – immaginatelo, infatti, tra Frederick Kiesler, così pignolo da rifare, si dice, per undici volte il modello di un posacenere e Donald Deskey, per cui il modernismo è una grande, dolce, reddittizia canzone”. Nato a New York il primo giugno 1894 da immigrati prussiani, frequenta una scuola del Bronx mostrando una precoce passione per la meccanica e la lavorazione del legno. Dopo essersi diplomato, nel 1913, viene assunto presso i grandi magazzini Abraham & Strauss come illustratore di mobili. Un viaggio in Europa nel 1927 lo sensibilizza al design contemporaneo tedesco e francese, ma solo dopo la kermesse modernista che i grandi magazzini newyorkesi avrebbero scatenato l’ anno successivo con tutta una serie di mostre, aprì uno studio di progettazione conquistando rapidamente una certa notorietà come industrial designer.
Nel 1931 espone alla AUDAC Exhibition entrando in contatto con i produttori di Grand Rapids ai quali propone una linea di mobili adatta alla produzione di serie. Nel 1933 la sua reputazione è talmente consolidata da essere inviato a partecipare alla mostra " Design for Living " per la Century of Progress Fair di Chicago, a cui seguirono, l’ anno successivo, il progetto di " A music room corner " per la rassegna Contemporary American Industrial Art al Metropolitan Museum of Art di New York e, nel 1936 , il progetto per il centro amministrativo della Texas Centennial Exposition. L’ obbiettivo principale di Rohde, di creare mobili di qualità per la produzione di serie destinata soprattutto agli appartamenti dei nuovi edifici urbani, è raggiunto. Sia la Herman Miller che la Troy Sunshade pubblicano contemporaneamente cataloghi di produzione che mostrano una vasta gamma di arredi mutifunzionali, in tubolare cromato, disegnati da Rohde con pochissime variazioni; in particolare, un divano costruito con criteri " automobilistici " (per essere assemblato richiedeva soltanto otto bulloni e una chiave inglese ) e descritto come " leggero, molleggiato, virtualmente indistruttibile, perfetto per la produzione di massa ed economico” . Anche le riviste dell’ epoca testimoniano l’ infaticabile ricerca di Rohde per ogni aspetto del design per interni; persino nel periodo della depressione lavora al redesign di intere linee di arredi. Il miracolo non si ripete dopo la seconda guerra mondiale e Gilbert Rohde muore in miseria il 16 giugno 1944.